Aumenti in arrivo per le pensioni di invalidità. Ecco cosa cambia

Aumenti in arrivo per i titolari degli assegni di invalidità. Con la prossima rata di novembre, l’Inps metterà in pagamento la maggiorazione sociale a favore degli invalidi civili, facendo seguito alla sentenza di luglio della Corte Costituzionale. La Consulta, infatti, si era pronunciata pochi mesi fa sancendo l’incostituzionalità del limite di età che, dal 2001, aveva regolato il trattamento assistenziale per gli invalidi civili.

Una piccola rivoluzione. L’incremento di maggiorazione sociale, che può arrivare a 651,51 euro per 13 mensilità, verrà ora erogato a tutti i soggetti riconosciuti invalidi civili totali, sordi o ciechi civili assoluti, a partire dai 18 anni di età. Ma facciamo un passo indietro per capire bene di cosa si tratta.

Prima del 2001 agli invalidi civili la legge riconosceva una pensione minima di 283 euro. Ne avevano diritto tutti coloro che erano riconosciuti invalidi indipendentemente dall’età e dalla vita lavorativa. La legge di bilancio del 2001 stabiliva che la pensione minima di 283 euro venisse maggiorata in base a requisiti di reddito e a limiti di età, fissati a 60 anni. In base a questi due criteri, il limite massimo di incremento di maggiorazione sociale veniva fissato a 1 milione di vecchie lire che, con le rivalutazioni successive e il passaggio all’euro, è oggi pari a 651,51 euro.

La Corte Costituzionale a luglio aveva messo in discussione questo impianto poiché stabilva l’incostituzionalità del limite di età. Un invalido civile, infatti, lo è sempre, indipendentemente dall’età.

Cosa accade ora? Per i soggetti invalidi al 100% titolari di prestazioni di invalidità civile e in possesso dei requisiti di legge, l’adeguamento sarà riconosciuto in automatico, con decorrenza dal 20 luglio 2020. Non sarà dunque necessario presentare nessuna domanda.

Mentre invece coloro che sono titolari di pensione di inabilità (ex lege 222/1984) dovranno presentare domanda per poter ricevere la maggiorazione. Per chi avesse già presentato domanda o la presentasse entro il 30 ottobre, la maggiorazione sarà riconosciuta dal 1° agosto 2020. Mentre per chi non dovesse presentare la domanda entro i tempi stabiliti, la maggiorazione viene riconosciuta dalla prima mensilità utile dopo la domanda, dunque senza arretrati.

Un’interpretazione dell’Inps che il sindacato dei pensionati della Cgil, insieme al patronato Inca Cgil, contesta fortemente, poiché lede il diritto degli interessati. Tanto più che tale interpretazione sarebbe anche in contraddizione con una circolare Inps del 2002. Per questo Spi Cgil insieme a Inca presenteranno ricorso.

tratto da www.libereta.it

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